La figura del collezionista di maglie sportive è un mecenate moderno guidato dalla passione per questa particolare forma d’arte. La maglia è un manifesto d’identità che unisce squadra, tifosi e appassionati. Nella pallavolo alcune divise hanno lasciato il segno per l’eleganza, i colori e i dettagli, altre perché cucite addosso a squadre e giocatori leggendari, legate a vittorie e momenti indimenticabili.

Riammiriamo alcune delle più significative della storia della pallavolo italiana maschile e femminile.

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Foppapedretti Bergamo 1997/1998

Una brand identity, come la chiameremmo oggi, vincente per tutti quegli anni in cui Bergamo domina il campionato italiano e l’Europa della pallavolo. Bianco, rosso e blu quasi sempre arricchiti dal tricolore, e lo sponsor Foppapedretti compagno dei successi sul taraflex ma anche nelle teche dei collezionisti.

La divisa della stagione 97/98 in particolare risalta fra tutte, con maniche e colletto coordinati in blu, ripreso poi nel disegno che divide il bianco e il rosso sul fronte della maglia. Tutto con il doppio tricolore di campionato e Coppa Italia. Anche qui grande lavoro di Erreà.

Foppapedretti Bergamo 1997-98

Foppapedretti Bergamo 1997-98

Latte Rugiada Matera 1993/1994

Quando nell’88/89 Matera esordisce in A1 i colori sociali cambiano dal biancorosso al biancoverde. Una scelta più coraggiosa e identitaria che porterà la squadra lucana a vincere tutto tra il 1991 e il 1996.

Nella sua semplicità la maglia del 1993/1994 resta un capolavoro. Pulita, impattante ma anche estrosa per le maniche pennellate di rosa e verde, ripreso poi sui pantaloncini. Questa poi caratterizzata dal terzo tricolore in fila per Matera, dopo che l’anno precedente vinse tutto.

Latte Rugiada Matera 1993-1994

Latte Rugiada Matera 1993-1994

Prosecco Doc Imoco Conegliano 2023/2024 (Terza maglia)

Una stagione immaginifica per Conegliano che centra il suo secondo Grande Slam vincendo campionato, Coppa Italia, Supercoppa e Champions League.

In questa recente annata spicca la terza maglia rosa, con la quale le Pantere vincono la finale scudetto contro Scandicci in gara 4. Disegnata da Joma, la maglia è di un rosa chiaro che rende la composizione molto elegante, grazie anche a un pattern che alterna sfumature più scure e più chiare a dare movimento. Maglia completata dalle bande bianche su fianchi e spalle che concludono un lavoro pregevole nella sua semplicità.

Prosecco Doc Imoco Conegliano 2023-24 (Terza maglia)

Prosecco Doc Imoco Conegliano 2023-24 (Terza maglia)

Panini Modena 1985/1986

Non poteva mancare (almeno) una maglia della squadra più vincente nella storia della Superlega. Siamo negli anni ’80 la maglia è quella della Panini Modena che nella stagione ’85-’86 torna a vincere il campionato dieci anni dopo l’ultima volta, con in panchina un giovane Julio Velasco poco più che trentenne.

Giallo canarino dominante spezzato solo dalle maniche bianche fino al gomito e il colletto morbido blu a contrasto. Una delle maglie più iconiche per lo sponsor Panini e i numeri giganti che anche da lontano fanno vedere che stiamo indossando la maglia di una delle squadre più forti di sempre.

Panini Modena 1985-86

Panini Modena 1985-86

Mapier Bologna 1984/1985

Siamo all’annata precedente del ritorno alla vittoria di Modena, ma rimaniamo a pochi chilometri, nel capoluogo emiliano-romagnolo. Bologna, allenata da Nerio Zanetti, vince per la prima volta il campionato dopo sole tre stagioni nella massima serie, proprio contro i rivali modenesi.

E in casa Mapier è come se avessero già visto il futuro pensando una maglia perfetta per celebrare questo momento. Appariscente e dai tratti armoniosi, quasi burbera nello stile, con la bicromia nero-gialla essenziale e sia nelle campiture a contrasto che nei dettagli delle maniche e del colletto. Una maglia dallo stile futuristico.

Mapier Bologna 1984-85

Mapier Bologna 1984-85

Maxicono Parma 1993/1994

Siamo ancora in Emilia-Romagna, e questa è probabilmente la maglia più iconica della storia della pallavolo italiana. Alla fine degli anni ’80 a Parma subentra la proprietà Motta e Champion prende in mano il design della Maxicono, rendendolo leggendario.

Geometrie semplici e pulite a dividere le campiture tra il bianco e ciano intramontabile, unite alle bande colorate sulle machine e che spezzano maglia e pantaloncino dando un tono caldo alla composizione. Una maglia inarrivabile come la stessa squadra che in quegli anni vince tre scudetti, due Coppe dei Campioni, tre Coppe Italia e due Supercoppe, e ha visto protagonisti come Andrea Zorzi, Marco Bracci e Andrea Giani, destinati a diventare colonne portanti della futura “Generazione di Fenomeni” da cui siamo partiti.

Marco Bracci, Maxicono Parma 1993-94

Marco Bracci, Maxicono Parma 1993-94

Oggi quello stile, fatto di scelte grafiche decise ma armoniose, sembra essersi in parte smarrito in favore di soluzioni più standardizzate. Ma la moda – e con essa il design sportivo – è ciclica, e non è un caso se queste maglie tornano a incantare collezionisti e appassionati. Cimeli dal fascino senza tempo che restano impresse non solo per i trofei vinti, ma per aver segnato un’estetica che ancora oggi fatica a trovare eguali.

Nel volley moderno è sempre più difficile trovare divise che colpiscano il pubblico. Alcuni tentativi di originalità, però, resistono: come la maglia di Piacenza, che porta impresso lo skyline cittadino, o quella di Perugia, con le sue inconfondibili fiamme che ne hanno fatto un marchio visivo. Eppure, la ressa di sponsor che occupano ogni spazio disponibile finisce spesso per oscurare la grafica e i pattern, soffocandone l’identità visiva.

Proprio per questo spicca l’esempio di Verona, che in questa stagione ha presentato una maglia più pulita e libera, dove il design respira e torna a comunicare stile, carattere e senso di appartenenza. Un segnale che, forse, l’estetica sportiva ha ancora spazio per raccontare storie memorabili.

Noumory Keita, Rana Verona 2024-25

Noumory Keita, Rana Verona 2024-25