Lega Volley Femminile A1 2024/25 - News.

20240928 FINECO SUPERCOPPA ITALIANA 2024-25 316

Il Palaverde è in delirio, siamo 24-21. Dai nove metri c’è Isabelle Haak, in ricezione la prende Fukodome, Orro alza per l’attacco di Cauzate, e la palla si stampa sul muro di Wolosz. Conegliano è Campione d’Italia, per l’ottava volta nella sua storia, la settima consecutiva.

Potremo raccontare ai posteri di aver salvato il mondo stando a casa (come in quello spot del governo tedesco durante la pandemia), di aver visto la delegazione azzurra vincere il maggior numero di medaglie alle Olimpiadi (per ora), di quando è uscito quel film sul conclave lo stesso anno che si è svolto un conclave (prima il film), e potremo dire di aver vissuto nell’epoca della Prosecco Doc Imoco Conegliano.

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Le finali scudetto si sono concluse in gara 3, e questa è “solo” la terza volta che Conegliano vince il titolo senza perdere neanche una partita. In quella che pare ormai una formalità come il sorgere del Sole la mattina, questa stagione è toccato a Milano giocare la parte di quelle “brave, ma le altre sono più forti”.

Sì, perché Conegliano è veramente la squadra più forte, dal carattere granitico davanti alle difficoltà e una mentalità vincente che rimarranno nella storia dello sport. Ed è incredibile come il punto decisivo per questa vittoria sia stato di Joanna Asia Wolosz.

A 35 anni l’iconica capitana polacca vince il suo 25° trofeo con Conegliano. Pensare che quando firmò nel 2017 aveva paura di non essere all’altezza dello spazio lasciato da Katarzyna Skorupa e di una squadra che puntava in alto. Negli anni hanno visto arrivare e andare via tante giocatrici leggendarie: Kimberly Hill, Paola Egonu, Miriam Sylla, Chiaka Ogbogu, Kathryn Plummer, per dirne alcune.

Wolosz no, lei il gialloblù ce l’ha tatuato. Anche quando nel 2022 giravano voci che la vedevano vicina un altro gialloblù, quello del Fenerbahce, non si è mossa, perché “a volte il denaro non è la cosa più importante, ma lo sono il comfort mentale e lavorativo”.

Prima di Conegliano

Un ragionamento che può nascere solo dopo una carriera come quella di Asia, iniziata piano piano nel campionato polacco, girando tra città dalla pronuncia complicata tra il 2007 e il 2013 dove si impone già come tra i migliori prospetti al mondo nel ruolo di palleggiatrice.

Il salto di qualità arriva con il trasferimento a Busto Arsizio a 22 anni, dove vogliono provare a fondare una dinastia dopo le prime vittorie degli anni precedenti, puntando sulla numero 14. In due stagioni però i trofei vengono solo sfiorati, nel 13-14 con la finale scudetto persa in tre partite contro Piacenza e nel 14-15 con la finale di Champions contro l’Eczacibasi, 3-0.

La UYBA inizia così a perdere i suoi pezzi più pregiati. Leonardi e Marcon si trasferiscono proprio a Piacenza, e arriva il momento di cambiare anche per Asia, diventata ormai una giocatrice desiderata da tutti.

«È stato grandioso poter giocare in questa squadra, sarete per sempre nel mio cuore. Ma ora devo andare avanti e fare un altro passo per la mia carriera come giocatrice e per crescere come persona.»

Ritorna spesso il fattore della crescita personale nella storia di Wolosz, a far intendere come non sia solo una giocatrice brillante, una compagna affidabile e una leader imprescindibile, ma anche una donna che vuole essere grande nella vita.

Il percorso la porta di nuovo a casa, in Polonia, dove veste la maglia del Chemik Police, società storica che da un paio d’anni è tornata a dominare dopo una crisi economica che li ha portati anche alla retrocessione in seconda serie.

Quelli del ritorno sono i primi anni vincenti per Asia Wolosz, che inizia a riempire le teche con due campionati polacchi, due Coppe di Polonia – una vinta come miglior palleggiatrice – e una Supercoppa.

Diventa così l’idolo e punto di riferimento della nazionale, in cui però non avrà la stessa carriera che possiamo raccontare con i club. Un rapporto che negli anni è andato spegnendosi, fino all’addio annunciato subito dopo l’uscita ai quarti di finale contro gli Stati Uniti nelle Olimpiadi di Parigi 24.

La Storia riscritta con le Pantere

Dal suo arrivo a Conegliano le teche si sono trasformate in un museo, perché non c’è più spazio per i trofei vinti sotto la guida di Daniele Santarelli. L’Imoco sta riscrivendo la storia della pallavolo italiana, e Asia Wolosz è capitano e simbolo di questa rivoluzione.

«È incredibile cosa abbiamo combinato. Sono orgogliosa di tutta la squadra perché abbiamo giocato benissimo queste finali. Poi la coppa era nuova, quindi volevamo vincere ancora di più perché così non ce l’avevamo ancora. Adesso ce l’abbiamo»

Asia Wolosz dopo gara 3 delle finali scudetto 24-25

Ora nel museo c’è da appendere lo scatto del muro che è valso il punto decisivo per la vittoria della Serie A1 2024-25, tenendo sempre spazio per le vittorie che ancora devono arrivare.