Quali sono, per Bruno, gli aspetti migliori e i peggiori dell’essere ormai diventato un’atleta “esperto”?
«Sicuramente tra gli aspetti positivi dell’avere 37 anni c’è la maturità di saper capire e riconoscere i momenti di una partita, di una stagione. Quando sei giovane e ti trovi in una situazione di difficoltà, hai più ansia date del fatto che magari le cose non riescano come vorresti. Oggi, dopo aver attraversato quei momenti molte volte, capisco che bisogna avere pazienza, lavorare, ritrovarsi nel quotidiano».
«Un altro aspetto molto importante è la consapevolezza del percorso. Quando sei agli inizi non hai a volte chiaro quanto sia importante lo stare insieme, il fare squadra. Io riesco a vedere che, se si riesce a creare un buon ambiente di positività con gruppo e staff, le stagioni alla fine andranno bene a prescindere dai risultati. Tutti vorrebbero vincere sempre, ma maturità vuole anche dire sapersi godere i momenti di una stagione nel modo giusto».
«Tra gli aspetti negativi dell’avere 37 anni, uno su tutti: sentire di stare arrivando a destinazione. La consapevolezza che mancano ormai pochi anni alla fine della carriera mi lascia un po’ così… perché giocare a pallavolo è la mia passione, quello che mi piace di più al mondo. Sicuramente è un dispiacere. Poi non è da trascurare il fatto che, anche se sono un giocatore che ha avuto pochi infortuni in carriera, fisicamente è normale che io risenta di certi cali».