Ran Takahashi
Spesso i giapponesi hanno nel nome quella componente immateriale che negli ultimi anni è diventata tanto di moda: l’aura. Di questa componente Ran Takahashi sembra esserne fabbricato. Elegante, potente, decisivo, magnetico. Al liceo voleva essere come Ishikawa, ora i liceali vogliono essere come lui.
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, la massima con cui Ran affronta la vita e lo sport. Non vuole solo essere il migliore, vuole esserlo in un modo nuovo e diverso. In Giappone è visto come una divinità, ma è probabile che anche a Monza venerassero lo stesso culto. Può sembrare un raggiro citare un atleta che oggi non milita più in Superlega, ma per quello che Takahashi ha dato – in sole tre stagioni – è doveroso.
«Ogni giorno cerco di fare della pallavolo uno sport da sogno. Voglio che sempre più bambini si interessino. Non è importante come le persone si avvicinano alla pallavolo, l’importante è che lo facciano».
L’ambasciatore Ran, che con i suoi numeri sui social fa invidia a una buona percentuale di influencer. Ruolo che – come molti atleti giapponesi – ricopre anche lui senza nasconderlo, quello di promotore del proprio sport, che porta visibilità ad effetto domino alla propria squadra, al campionato dove milita, alla città dove gioca, ai tifosi che entusiasma.