«Il sorriso, vivere la pallavolo in maniera libera, mettendoci tanto del proprio e di quello che si è. Esporsi e caratterizzare con la propria persona ciò che si fa». Questa l’eredità che Matteo Piano sente di lasciare oggi alla pallavolo dopo che, alla fine di questa stagione, ha scelto di appendere le ginocchiere al chiodo.
Cosa ha significato la pallavolo per la tua vita? Quali sono stati i valori che hai appreso in questo viaggio?
«La pallavolo è stata sicuramente il mio modo per esprimermi – racconta Matteo-, è stata il mio palco. Secondo me ognuno ha il proprio mondo in cui riesce a esprimersi, a trovarsi, a comunicare. Io, devo dire la verità ho una buona versatilità. Nel tempo mi hanno riconosciuto che so fare tante cose e ho sempre avuto paura di non trovare quella in cui eccellere. Poi, tanti anni fa, qualcuno mi ha fatto notare che era la pallavolo. Così è diventato il mio mondo, quello dove sicuramente sono riuscito a dare tutto. L’ho vissuto davvero tanto, anche dando molto di me stesso. Ho avuto modo di ottimizzare e di migliorare tante peculiarità che già avevo. Mi ha permesso di affinare il mio carattere».