Turchia Italia Mondiali Pallavolo Femminile 2025

Che sia Istanbul, Lodz, Surabaya, Bangkok, Manila, San Paolo o Belém, tutte le strade portano a Roma, o per meglio dire, in Italia. Il 2025 si chiude lasciando ai posteri l’anno più vincente della storia della pallavolo italiana, sia con le nazionali che con i club.

Qualunque fosse la competizione, ai nastri di partenza il movimento azzurro partiva come il grande favorito per la vittoria finale. Aspettative che nella maggior parte dei casi sono state rispettate.

L’Europa all’Italia

Nell’Europa femminile è stato un monopolio di Stato: sui 6 posti disponibili delle finali CEV, 5 portavano il tricolore, e tutti i trofei ora sono nelle bacheche delle società italiane.

Lo strano caso di Roma, vincitrice della Challenge Cup contro Chieri, ma retrocessa in Serie A2 al termine della regular season 2024/2025. Novara che ha ribaltato la finale d’andata della Coppa CEV contro l’unica squadra “straniera”, le rumene dell’Alba Blaj.

Il trittico si è chiuso con quella che è una nuova rivalità della pallavolo italiana e non solo, con la sfida tra Conegliano e Scandicci in finale di Champions League a Istanbul, dominata dalla squadra di Daniele Santarelli.

Nella controparte maschile la scena se l’è presa Perugia, andando a conquistare la prima Champions League della sua storia recitando un copione da film. In Polonia, contro i beniamini di casa del Warta Zawiercie, dopo aver vinto i primi due set, Giannelli e compagni hanno visto il ritorno degli avversari nell’inferno della Atlas Arena di Lodz, davanti a 10 mila spettatori, portando a casa il trofeo dopo il tie-break.

L’estate azzurra

L’estate delle serate sul divano a seguire le nazionali azzurre con il fido compagno ventilatore e nella resistenza contro le zanzare è iniziata con la Volleyball Nations League femminile. Una competizione in cui le ragazze di Julio Velasco sono arrivate come grandi favorite, anche se accompagnate dal solito pensiero scaramantico della mente italiana, che tende a nascondersi, a fare un po’ più piccola la propria forza per poi sfoderarla nei momenti che contano. Lì dove Perugia aveva vinto la Champions qualche mese prima, l’Italia femminile polverizza il Brasile in rimonta, ottenendo per la terza volta il titolo di campionesse VNL.

La stagione estiva è stata anche tempo di ribalta per i nostri giovani, con i mondiali U21 femminili in Indonesia che hanno visto il trionfo delle azzurrine guidate dalla futura stella mondiale Merit “Meme” Adigwe, capace di mettere a terra 34 punti solo nella finale contro il Giappone e nominata MVP della competizione.

Sempre in Asia, questa volta in Cina, è andato in scena il mondiale U21 maschile, dove la nazionale di Fanizza è arrivata alla medaglia d’argento dopo la finale persa contro l’Iran. Un torneo fatto solo di vittorie fino all’ultimo atto, che nel suo complesso ha messo luce su altri giovani talenti del nostro movimento, uno su tutti Tommaso Barotto: miglior opposto e realizzatore del torneo.

Non è stata l’unica medaglia diversa dall’oro questa, perché se vogliamo trovare del ruvido a questo 2025 eccezionale ma non perfetto, siccome il suo sostantivo non esiste in natura, lo identifichiamo nella finale persa dalla nazionale maggiore di Ferdinando De Giorgi in Volleyball Nations League. Un secondo posto comunque prestigioso, arrivato dopo la sconfitta con una Polonia semplicemente ingiocabile. Resta la soddisfazione della prima medaglia italiana in VNL per la selezione maschile.

Ma il tempo per rimuginare non c’è stato, perché tra agosto e settembre hanno avuto inizio i Campionati Mondiali femminili in Thailandia e quelli maschili nelle Filippine. La nazionale capitanata da Anna Danesi ha ripreso da dove aveva lasciato poche settimane prima, facendo piazza pulita di chiunque le si presentasse davanti, dando vita a una semifinale contro il Brasile già entrata a far parte delle partite più iconiche nella storia del volley femminile. Non contenti del collasso cardiaco sfiorato in semifinale, contro la temibile Turchia è arrivato un altro tie-break, chiuso dal muro decisivo di Sarah Fahr, valso dopo 23 anni il secondo titolo di Campionesse del Mondo, e il record di 36 vittorie consecutive – per ora.

È arrivato poi il momento della nazionale maschile, già campione del Mondo nel ’90, ’94 e ’98, e nel ’22. In ognuna di queste occasioni c’era Ferdinando De Giorgi, in campo o in panchina, e perché non continuare la tradizione? Nel 2025 l’ex palleggiatore salentino è diventato il primo nella storia a vincere cinque titoli mondiali: un record che forse potrebbe essere battuto giusto da qualcuno dei suoi stessi giocatori. Michieletto, Russo, Anzani e gli altri azzurri sono diventati i nuovi protagonisti dei poster nelle camerette delle Filippine. La Bulgaria dei fratelli Nikolov è stata travolta dalla forza dell’Italia, sancendo il back-to-back Mondiale. E chissà che non diventi un three-peat come negli anni ’90: per quello c’è da aspettare il 2027.

Il Mondiale per (solo) Club (italiani)

Incorniciate le maglie ancora sudate, guai a lavarle, indossate ai mondiali, per i club è cominciata la nuova stagione, e dopo il rodaggio dei campionati di SuperLega e Serie A1, le squadre italiane sono state chiamate in Sud America per i Mondiali per Club maschili e femminili.

Nella rassegna iridata per club femminile, disputata a San Paolo, a rappresentare l’Italia ci sono Conegliano e Scandicci, che dopo la finale di Champions si ritrovano a sfidarsi anche per il titolo mondiale. In Brasile a sorridere sono state le toscane guidate da Kate Antropova, nella prima finale in cui a contendersi un Mondiale per club c’erano due squadre italiane.

A volare verso il caldo inverno dell’emisfero australe per il torneo maschile è stata Perugia, già campione del mondo nel 2022 e 2023. Per la squadra di Lorenzetti il torneo è iniziato bene, con qualche abbaglio solo nella partita contro i giapponesi dell’Osaka Bluteon, gli stessi avversari della finale. Se durante la fase a gironi poteva esserci un jet leg ancora da smaltire, nell’ultimo atto Giannelli, Ben Tara e compagnia cantante non l’hanno quasi fatta vedere ai nipponici, trionfando per la terza volta nella storia della competizione.

La vittoria di Perugia ha fatto 4 mondiali su 4: mai nella storia la stessa Nazione era riuscita a vincere tutte le maggiori competizioni iridate nello stesso anno solare. Se ancora non si fosse capito cosa sia stato il 2025 per la pallavolo italiana, rileggere sopra.

Missione LA28

La doppietta mondiale di Scandicci e Perugia, unita ai trionfi delle Nazionali, consegna al 2025 un valore storico probabilmente irripetibile: mai così tanto volley italiano in cima al mondo in un solo anno. Quattro titoli iridati portati a casa nell’arco di pochi mesi rappresentano un primato senza precedenti per lo sport azzurro.

Naturale, dunque, che l’attenzione sia già proiettata al futuro e al prossimo ciclo olimpico. Los Angeles 2028 è l’orizzonte lontano ma nitido verso cui punta il movimento azzurro del volley. Le ragazze di Velasco campionesse olimpiche in carica vorranno difendere l’oro conquistato a Parigi 2024, mentre gli uomini cercheranno di colmare l’unica lacuna del loro palmarès: quel titolo a cinque cerchi che l’Italia maschile non ha mai vinto.

Nel frattempo, nuovi talenti emergono a testimoniare la profondità generazionale della pallavolo italiana: Alessandro Bovolenta, Luca Porro, già campione del Mondo, gli stessi Barotto e Adigwe, poi Dalila Marchesini, Teresa Bosso, Stella Nervini, anche lei già oro agli ultimi Mondiali.

Anche i dati raccontano questa ascesa: la FIPAV conta quasi 4000 società sportive affiliate in tutta Italia, a riprova di un movimento in piena salute. La pallavolo è dunque definibile il primo sport italiano, numeri e trofei alla mano.