Fahr

Ad appena 19 anni Sarah Fahr sembrava già destinata a diventare una delle colonne portanti dell’Italvolley femminile. Nel 2021 invece, durante i Campionati Europei che avrebbero poi visto trionfare proprio l’Italia, la centrale della Nazionale viene colpita dalla sfortuna. Subisce un brutto infortunio contro la Croazia ed è costretta ad uscire dal campo. La diagnosi è tra le peggiori: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro.

Sarah affronta l’operazione, poi almeno sei mesi di complessa riabilitazione, infine torna in campo col sorriso. La sfortuna però ha in serbo ancora qualcosa per lei. Qualcosa di ancora più malvagio: ad appena un mese dal rientro in campo, lo stesso infortunio si ripete. È di nuovo rottura del legamento crociato anteriore.

A quel punto il mondo le crolla addosso.

«Durante la riabilitazione dal primo infortunio – racconta Sarah Fahr – ricordo che, anche se era dura, ero riuscita a mantenere sempre un atteggiamento positivo e ottimista, anche grazie al supporto della famiglia e delle compagne di squadra. Dopo il secondo invece ho avuto dei momenti davvero bui; per una settimana ho quasi accarezzato il pensiero di cambiare sogni e piani per la mia vita. Poi però, iniziando a lavorare, e con la consapevolezza di essere comunque ancora giovane ed avere una carriera davanti, quell’idea è passata».

«C’è stato un incontro, molto particolare e casuale, che mi ha aiutata a cambiare mentalità. A me piace a volte iniziare conversazioni anche con persone sconosciute. Ricordo bene una di queste: ero in treno, in un lungo viaggio, e ho conosciuto un libraio di Venezia, nato a Conegliano, proprio la città in cui giocavo; una curiosa coincidenza. Quella persona era nata semiparalizzata ed era tornata a camminare solo dopo aver sostenuto 18 anni di fisioterapia. La sua storia mi ha aiutata a mettere tutte le mie “sfortune” in prospettiva e rinnovare il mood con cui stavo affrontando i miei problemi».

«Il mio fidanzato è stato anche molto importante; mi ha insegnato il concetto di pazienza. A volte noi atleti vogliamo tutto e subito. Non vediamo l’ora di tornare immediatamente in palestra a spaccare il mondo. Conoscere la pazienza, e assimilare davvero bene il concetto, è stato invece fondamentale perché mi ha permesso di vivere giorno per giorno, senza paranoie e senza stress. La mia società sportiva, l’Imoco Conegliano, è stata sempre di gran supporto. Ricordo che, appena dopo il primo infortunio, mi chiesero subito di rinnovare il contratto. Gesti come quelli non sono scontati, al giorno d’oggi».

Sarah ha dovuto assistere da spettatrice a tutta l’estate azzurra del 2022; poi anche alla prima metà della scorsa stagione di LVF. Infine, a gennaio del 2023, ecco un nuovo “esordio” nel 3 a 0 dell’Imoco Volley Conegliano in trasferta a Bergamo.

«A volte si sente gli atleti dire di esser rientrati dagli infortuni anche migliori rispetto a prima – continua Sarah -. Può sembrare una banalità, ma nel mio caso vi assicuro che è stato vero. L’infortunio ha la capacità di metterti di fronte enormi difficoltà, ma ti permette anche di crescere sotto molti aspetti. Ti dà innanzitutto un sacco di tempo per pensare a cosa vorresti fare, cosa ti rende davvero felice; pensieri che magari, durante una stagione sportiva vissuta tutta di corsa, non avresti avuto il tempo di elaborare. Poi ti permette di lavorare nel dettaglio su particolari che magari prima avevi trascurato; banalmente il bagher e il palleggio, i fondamentali del gioco della pallavolo».

La stagione sportiva 2022/2023 si è poi conclusa con le incredibili finali scudetto tra l’Imoco Conegliano e il Vero Volley Milano: una sfida leggendaria, conclusa solo a gara 5 e che ha visto Sarah di nuovo protagonista.

«Per me quelle finali sono state un’emozione indescrivibile – conclude -. Dopo il rientro, è stato il primo traguardo per cui ho potuto dare un contributo effettivo. Sono state molto dure, abbiamo giocato ogni due o tre giorni partite di livello altissimo; in alcune le avversarie ci hanno asfaltato, in altre noi siamo riuscite a reagire e sovrastarle. Una fonte costante di adrenalina, sfociate in una bellissima vittoria».

Ma come fa Conegliano a vincere sempre in Italia, anno dopo anno, pur cambiando le giocatrici in squadra e confrontandosi contro avversarie sempre più temibili?

«Credo che gran parte del merito sia della società, che ogni stagione sceglie le proprie atlete guardando alle caratteristiche che ci rendono complementari; ma anche alle giocatrici come persone, con caratteristiche umane che ci rendano più facile lavorare in gruppo. Il lato umano a volte è davvero sottovalutato, eppure è molto importante quando ci si ritrova a dover passare tanto tempo insieme e inseguire obiettivi di lungo termine».

Quest’estate Sarah ha provato a vestire nuovamente la maglia azzurra dell’Italvolley, ma ha scelto di rinunciare a metà estate. Come mai?

«Vestire l’Azzurro per me è sempre il sogno più grande – conclude Sarah Fahr -. Le finali scudetto a maggio sono state però una prova davvero dura, che ho concluso col ginocchio gonfio e lesioni su un tendine. Sull’onda dell’entusiasmo e del traguardo appena raggiunto ho provato comunque ad allenarmi in collegiale con la Nazionale per poter arrivare in forma all’Europeo, ma il mio fisico mi ha dato chiari segnali: stavo rischiando il sovraccarico e, potenzialmente, una nuova ricaduta. Ho quindi pensato a me stessa, al mio futuro: voglio migliorare, ma con calma. Ho dovuto ammettere che, ancora per un po’, non potrò fare tutto. Voglio restituire al mio club almeno una parte di tutto quello che loro mi hanno dato in questi anni difficili».

«Sicuramente voglio ringraziare tutte le persone che mi sono state vicino. I fan di Conegliano innanzitutto, che sono il nostro uomo in più in campo, e che sono sicura sapranno sostenerci anche nei momenti complessi di una stagione, quella in corso, che è cominciata alla grande ma si preannuncia una battaglia. Per quanto riguarda la Nazionale, mi auguro di poter portare a termine una grande stagione nel club, lavorare, migliorare e guadagnarmi un posto in squadra la prossima estate. Nel caso, sarei davvero la persona più felice».