Dopo una stagione al Mulhouse Alsace, Herbots è poi approdata al nostro campionato, dove oggi gioca da sei stagioni. «Ho fatto un anno in Francia e poi, a 19 anni sono approvata a Busto Arsizio. Quando mi sono spostata per la prima volta dal Belgio, non sapevo bene cosa aspettarmi. Sapevo però che il campionato italiano era veramente forte, sfidante e competitivo. Ho deciso comunque di fare un primo step in Francia per vedere se potesse piacermi giocare in un altro campionato e conoscere il mio livello come giocatrice, visto che erano gli anni in cui ho cambiato ruolo, da opposto a banda». «L’anno successivo poi, è giunta la chiamata da Busto, di cui tutti parlavano bene. In panchina c’era Marco Mencarelli, un allenatore che aveva esperienza nel lavoro con le giovani giocatrici: la scelta è stata facile e ho deciso di provare, ero molto curiosa. Ero felice mi avesse chiamato Busto Arsizio, un ambiente molto bello e tranquillo, dove ci sarebbe stata la possibilità di lavorare in modo sereno con le giuste persone intorno».
Dopo due stagioni con le farfalle, il percorso l’ha portata alla scelta di continuare a rimanere in Italia. «Ormai è casa mia, e questo mio sentire mi aiuta a rimanerci. Poi non dico di non essere curiosa di conoscere le altre città, gli altri campionati, di vivere altre culture, però qui la pallavolo è bellissima perché il campionato è il più forte del mondo, e vivi bene anche fuori dal campo. Sono l’insieme di tutti questi elementi che mi hanno sempre convinto a rimanerci. Ho fatto quattro anni al nord, adesso son due anni che sono nel centro Italia. Qui è sempre bello, mi trovo bene ovunque. Se non avessi gli impegni con la mia nazionale, ci rimarrei tutto l’anno. Sto bene. Poi vedrò dove mi porterà la pallavolo».
Il piatto italiano preferito di Britt Herbots? «La carbonara».
Dopo Busto Arsizio, ha giocato anche a Novara, mentre nelle ultime due stagioni ha abitato in terra toscana. «Qui si sta bene. Lo scorso anno ero a Firenze, adesso sono a Scandicci, mi sono spostata di pochi chilometri e il palazzetto è sempre lo stesso. Mi piace il fatto che anche se nella città la pallavolo non è proprio lo sport più seguito, perché se guardiamo il calcio è un'altra storia, in qualche modo il palazzetto per le partite è sempre bello pieno e la gente è simpatica, si mangia bene. In più c'è una bellissima città vicina».