20240217 COPPA ITALIA PALLAVOLO FEMMINILE TRIESTE 199

«La squadra è il motivo per qui ho iniziato a giocare a pallavolo e amo questo sport». Alessia Gennari, schiacciatrice parmense, da due stagioni in forze alla Prosecco Doc Imoco Conegliano, tiene molto a questo concetto che è una delle motivazione che l’hanno spinta molti anni fa ad intraprendere una carriera in questo sport.

«Per me è un concetto sacro. La squadra viene sempre prima di tutto, credo tantissimo nella forza del gruppo che supera quella dell'individuo».

E non è sempre così scontato che questo tipo di meccanismo possa scattare in un gruppo di persone accomunate da una stessa disciplina sportiva, nel corso di una stagione. C’è chi impiega più cicli, chi invece desiste dopo i primi insuccessi. Bisogna essere capaci di trovare il modo per camminare insieme verso un unico obiettivo. Che cosa allora rende un gruppo di persone accomunate dalla stessa passione una squadra?

«Credo che le due chiavi importanti in un gruppo – sottolinea Alessia - siano la comunione d’intenti e l’avere obiettivi chiari. Questo fa si che la squadra remi tutta nella stessa direzione, cercando di togliere il più possibile gli individualismi. Tuttavia questi non sono da cancellare del tutto perché è importante anche che ci siano caratteri diversi. Inoltre, nell’essere una squadra credo che possa aiutare il fatto che ciò che facciamo sia il nostro lavoro. Non bisogna erroneamente pensare che per forza bisogna essere tutte amiche: è difficile anche perché ogni anno il gruppo di quattordici giocatrici si rinnova. Trovare amiche, oltre a compagne di squadra, però, può rendere l’esperienza più divertente, profonda ed intensa. Sono quei rapporti che rimangono al di là di quanto si è giocato assieme».

Esiste la ricetta giusta per creare la squadra perfetta?

«Non si può parlare di perfezione. Per la mia esperienza, è un giusto mix tra esperienza e gioventù. È necessario che nella squadra ci siano almeno un paio di leader, ovvero persone che danno l'esempio su come ci si comporta in palestra, di come si lavora e si affrontano le partite, che si prendono più responsabilità, e altre giocatrici più pazze e più tranquille. Serve la disponibilità da parte di tutte a prendersi le proprie responsabilità. Poi, ovviamente, è necessario un direttore d'orchestra, ovvero l'allenatore che riesca a tirare fuori il meglio da ciascuna delle proprie atlete. E i risultati verranno poi di conseguenza».

E quando si parla di squadra, i pensieri di Alessia, che da molti anni gioca nella massima serie, vanno alla Pomì Casalmaggiore, squadra con la quale ha giocato tra il 2013 e il 2015, e con cui ha vinto una Supercoppa Italiana e uno scudetto.

«L'anno della dello scudetto, il 2015, è stato per me l'emblema di come una squadra possa fare la differenza, anche con avversari sulla carta più forti. Si era creata una magia, un’inerzia tale che è stata veramente una favola. Inoltre, ho giocato con giocatrici a cui poi mi sono ispirata: per citarne alcune, Valentina Tirozzi, che in quegli anni era il capitano e giocava nel mio stesso ruolo, Serena Ortolani, che penso sia la donna squadra per eccellenza, giocherellona con tutti ma lavoratrice e agonista, Imma Sirressi, giocatrice piena di grinta e passione, con cui bastava uno sguardo in campo per caricarci».

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E uno spirito e delle caratteristiche analoghe, Alessia Gennari le ha ritrovate anche nella sua attuale squadra, la Prosecco Doc Imoco Conegliano.

«La fame di vittorie non manca mai – racconta Alessia -. Qui si alza l’asticella ogni giorno, non si è mai soddisfatti e questo è uno dei motivi che mi hanno spinta a venire qui nel 2022. Ci sono persone mature, nessuno si tira mai indietro quando c’è da lavorare in palestra, le giocatrici più importanti sono anche quelle che per prime danno il buon esempio mettendoci tutto ad ogni allenamento e di conseguenza anche tutte le altre giocatrici si sentono in dovere di seguire quest’esempio. A livello di motivazione ogni allenamento sembra una finale e penso che sia questo a fare la differenza. Inoltre, sento che in squadra c’è molto rispetto delle varie personalità che animano il gruppo, non c’è nessuna invidia, ma solo la volontà di vincere, e tutti si spingono in questa direzione. Credo quindi che un’arma vincente di Conegliano sia la capacità di far convivere queste diverse personalità, anche forti, cosa che dipende anche dalla maturità delle giocatrici».

E anche una squadra che ha vinto e vince così tanto, ha i propri riti pre partita.

«Nello spogliatoio, prima di ogni partita, abbiamo la stessa scaletta di canzoni che viene magistralmente orchestrata da Marina Lubian. Le canzoni fanno da colonna sonora ad ogni momento: abbiamo la canzone di quando entra Daniele Santarelli come quella che mettiamo un minuto prima di uscire dove ci mettiamo tutte in cerchio a ballare. Di solito sono sempre musiche molto cariche. Inoltre usciamo in campo sempre tutte nello stesso ordine. Dalla Coppa Italia di Trieste, quando ci troviamo nel tunnel prima di uscire in campo, cantiamo il ritornello Take Me to Church di Hozier».

Essere una squadra oggi, con un calendario fitto di partite fra campionato e coppe europee, porta le atlete a trascorre molto tempo assieme, sia nelle trasferte che nei momenti di allenamento. È qui che ogni giocatrice cerca di portare avanti le proprie passione. Alessia Gennari, ad esempio, proprio in questi anni, ha riscoperto la passione per la lettura. E ha deciso di condividerla con gli altri: con l’ex compagna e amica alla Unet E-Work Busto Arsizio, Jennifer Boldini, infatti ha lanciato il progetto Libri al Volo.

Cosa rappresenta questo progetto, con che obiettivi è nato e cosa è riuscito a creare attorno a sé?

«Si sta aprendo un mondo più grande di quello che mi aspettassi. Ho riscoperto una mia grande passione e ho approfondito questo mondo, grazie a Libri al Volo sto leggendo molto più di prima e ho approfondito tantissimo quello che è il mondo del libro a 360 gradi. Ci teniamo molto e vediamo che le persone si stanno affezionando. Quella della lettura è una passione che accomuna veramente tante persone.
Il nostro obiettivo iniziale era solo quello di condividere la nostra passione. Ci siamo dette che in quanto sportive ad alto livello avevamo una voce e una responsabilità, per cui se possiamo usare la nostra voce per veicolare la nostra passione, portare dei messaggi e parlare di temi importanti, perché non farlo?! La sorpresa di vedere il seguito ricevuto e l'entusiasmo che ci ha accompagnato è stata tanta. Io e Jenny, siamo super motivate a proseguire in questo percorso e a far crescere sempre di più questo salotto dei lettori. Io, inoltre, sto facendo anche dei corsi per imparare cosa significherebbe aprire una libreria. Quindi questa passione, in realtà, sta diventando qualcosa di più, sto provando a capire se è una cosa che potrebbe realizzarsi nel futuro».

Quali progetti ci sono in cantiere?

«Vogliamo continuare così. L'obiettivo certamente, impegni professionali a parte, è quello di integrare sempre di più il lavoro sui social con eventi anche dal vivo, perché possano coinvolgere le persone. Io ho già fatto alcuni eventi in libreria dove presentavo gli autori e facevo da mediatrice della discussione. Parlare di libri in presenza, all’interno di una libreria, lascia sicuramente qualcosa in più a chi partecipa. Inoltre ci piacerebbe anche collaborare di più con persone che hanno la nostra stessa passione e che possono essere più esperte di noi».