Lega Volley Femminile A1 2024/25 - News.

PVF Matera 1995-96

Famosa per i sassi che per alcuni sono solo sassi, Matera è una città resiliente. Con una storia di più di nove mila anni, molte bandiere sono state issate su questo luogo, come d’altronde in tutto il territorio italiano.

Matera, con la sua conformazione scolpita dal tempo, dall’uomo e dalla natura, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 ha vissuto un periodo di riqualificazione e recupero architettonico, urbanistico e turistico, che ha portato la città ad essere proclamata Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO nel 1993.

Ma oltre a questa rinascita, per il capoluogo lucano gli anni ’90 hanno dato la luce a una delle squadre che ha scritto la storia del volley femminile. Parliamo della PVF Matera.

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Coppa dei Campioni 1992-93

Coppa dei Campioni 1992-93

I primi anni

È il 1976 quando dei giovani appassionati creano la Polisportiva Libertas Materana, che subito riesce a iscriversi nei campionati professionistici minori; un preludio di circa 10 anni porta Matera in A2 nella stagione 1984-85, dopo che nel 1982 la società viene rilevata da Salvatore “Toruccio” Bagnale.

La svolta arriva nell’87-88. È la metà di marzo quando Matera batte a Perugia la Sirio, e con due giornate di anticipo centra la prima storica promozione in A1, dopo aver dominato il girone B di A2 sotto la guida di Paolo Damiani.

Questo grande risultato porta nuovi investitori e fresche finanze per la compagine biancoverde, che nell’88 firma una promettente Paola Franco dal Chieri, l’ottima Consuelo Mangifesta dal Fano e dalla California porta in Basilicata la statunitense Rita Crockett, argento alle Olimpiadi di Los Angeles ’84.

Acquisti di valore, per certi versi inaspettati, la base per costruire quella che in America chiamano dynasty. Combinazione da subito produttiva per Matera, quinta classificata alla fine della stagione regolare. Un risultato incredibile, annebbiato solo dall’uscita al primo turno di playoff contro San Lazzaro, con un doppio 3-1.

Landsystem Matera 1987-88

Landsystem Matera 1987-88

Una nuova squadra da battere

Il sestetto si calibra l’anno successivo, guidato da una Rita Crockett modalità ingiocabile che in Lucania è un’apparizione divina, sempre sostenuta dalla figlia piccola, Martina, eletta a mascotte e capopopolo del tifo. Grazie alla costellazione completata da Mangifesta, Franco, Nada Zrilic, Rudy Chudy e Svetlana Likolethova, Matera termina il campionato al secondo posto.

È bastata una stagione per passare dal “vediamo dove arriviamo” a puntare verso il bottino più prezioso. I playoff dell’89-90 sono la prima vera prova di maturità per le ragazze allenate da Antonio Beccari, e i quarti di finale contro Bari sono un 9 in pagella alla voce: perseveranza. Con due 3-2 Matera raggiunge per la prima volta le semifinali scudetto, dove però si arrende allo strapotere di Reggio Emilia, a sua volta vittima dell’onnipotenza di Ravenna, vincitrice del decimo tricolore consecutivo.

Dalla stagione successiva Matera entra di diritto fra le regine del campionato, con una Rita Crockett MVP. Ma ammesse come terza forza alla post-season per loro gli strumenti stonano, e Ravenna sfila verso l’undicesimo titolo della sua storia.

Calia Matera 1991-92

Calia Matera 1991-92

Verso il 1991 e oltre

Il 1991 però è l’anno della storia. Quando Ravenna dominava anche il volley maschile e Caserta vinceva nella pallacanestro, il campionato di calcio andava alla Sampdoria e tutti nei cinema guardavano "Mediterraneo" di Gabriele Salvatores, Matera vince il suo primo trofeo, la Coppa CEV ad Ankara contro Reggio Emilia.

Qualcosa che probabilmente i ragazzi fondatori della Polisportiva Libertas Materana non avevano neanche concepito nelle loro serate sui terrazzini della città dei Sassi.

Da quel magico momento in terra turca, la pallavolo italiana si cambia d’abito per vestire i colori della PVF Matera. Il successo in CEV viene duplicato nel ’92 contro Modena al PalaSassi. E tre mesi dopo, in bacheca si aggiunge il primo titolo di Campionesse d’Italia, contro la corazzata Ravenna, nel segno di giocatrici iconiche come Prikeba Phipps, Annamaria Marasi, Giseli Gavio e della bandiera Mangifesta, guidate da Giorgio Barbieri.

Nella stagione 92-93 al roster si aggiunge una certa Gabriela Pérez del Solar, e le lucane si aggiudicano il famigerato Grande Slam. Coppa Italia vinta in scioltezza, in campionato perdono solo una volta e i playoff sono una formalità: 3-0 in finale ancora contro Ravenna. Per le romagnole la PVF è il mostro sotto il letto o nell’armadio, perché se la trovano di fronte anche nella finale di Coppa dei Campioni.

Non serve dire che quella partita Matera la vince (3-1), infioccando così una stagione che regalano alla storia dello sport italiano.

Latte Rugiada Matera 1993-1994

Latte Rugiada Matera 1993-1994

Un’evoluzione sempre vincente

La stagione 93-94 apre le porte del PalaSassi a Massimo Barbolini come nuovo allenatore ma l’orchestra rimane eccellente e si prende il terzo tricolore in fila (3-0 contro Modena), la seconda Coppa Italia, sfiorando anche l’impresa – paragonabile all’allunaggio – di portare Matera sul tetto del mondo, perdendo la finale del Mondiale per Club in Brasile contro le padrone di casa del Sao Paolo.

Siamo a metà degli anni ’90 e la Basilicata quasi non ha più spazio per tutti i trofei della PVF. Arriva il quarto Campionato Italiano, di nuovo contro Modena, in una serie incredibile chiusa in gara 5, e un’altra Coppa Italia.

Questa squadra leggendaria, a cui si sono unite Susanne Lahme, Guendalina Buffon e Vania Beccaria nel 1996 vince a Vienna, contro la squadra russa dell’Uralocka, la seconda Coppa dei Campioni della sua storia – con Beccaria MVP della competizione, l’ultimo titolo portato in trionfo per essere alzato sulle rocche di Matera dalla PVF.

Coppa dei Campioni 1996

Coppa dei Campioni 1996

La seconda metà degli anni ’90 segna però il declino della società lucana, tra crisi finanziare per gli sponsor, giocatrici che partono in cerca di nuovi stimoli e anche un’evoluzione del gioco verso l’attuale modernità.

La PVF Matera scompare così più veloce di come è sbocciata, come un fiore lasciato nella sua bellezza per giorni, settimane, in pochi istanti reciso. Ma nello sport italiano questa bella storia porta con sé un’eredità ancora viva. Matera è stata un vascello di corsare che volevano rivoluzionare il quieto vivere del volley italiano, che in Basilicata continuano ad amare.